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04-06-07 La Repubblica (it)

Computer e cellulari per gli over 65
ora i nipoti insegnano ai nonni

di MICHELE SMARGIASSI


Boom di corsi per insegnare i segreti di internet agli anziani


MILANO - Prima d’ora era accaduto solo una volta: quando Gesù, dodicenne, fece lezione agli esterrefatti canuti dottori del Tempio. Non risultano, nella storia, altri casi di bambini che la sapessero più lunga dei vecchi saggi. Ma a Nadir Tedeschi ormai succede tutti i giorni, quando "tiene" i suoi nipotini. "Nonno clicca lì, non così, col tasto destro del mouse... E io devo sforzarmi, ascoltare, capire, per non farci la figura del rinko...".

 

Con tutti i suoi 77 anni, l’onorevole Tedeschi non è mica poi tanto rinko, è un uomo colto, attento, aggiornato, fu anche deputato con la Dc per tre legislature, "ma dobbiamo accettare la realtà: il mondo s’è ribaltato". Lo dice senza patemi né drammi. Sorridendo. "I nipoti sanno, noi impariamo. Dobbiamo adeguarci, altrimenti non c’è più dialogo tra le generazioni. Se non parli la loro lingua, perdi anche l’ultima autorità". Per non essere solo un baby-sitter, per continuare a essere nonno, s’è rimesso a studiare. Ha fatto il corso. Adesso clicca che è un piacere, ha un sito Internet personale e perfino un blog.

 

La nonnitudine del terzo millennio corre sui circuiti dei cellulari e dei computer. Il digital divide non separa tanto i padri dai figli, quanto i nonni dai nipoti. La più tenera delle relazioni familiari soffre il gap tecnologico. Crisi del valore dell’esperienza, declino del patriarca, evaporazione della reverenza sapienziale: cresciuti a dvd e playstation, i giovanissimi trovano ormai ben poco d’appetitoso sulla tavola degli anziani. C’è una sola via per salvare quel rapporto così antico, per non abbattere una colonna della nostra antropologia: trasformarlo in complicità tecnologica. "In fondo è più facile navigare coi nipoti che coi figli. I figli si spazientiscono, "papà sei troppo lento", invece i bambini si divertono e non hanno fretta".

 

Ma salire il gradino telematico, che impresa. Generazione sfortunata, quella dei nonni attuali, generazione-ponte. Fra una decina d’anni i futuri pensionati usciranno dal lavoro già elettronicamente alfabetizzati. Quelli di oggi, invece, sono troppo anziani per avere imparato a usare i computer in ufficio, ma troppo giovani per poterne fare a meno. Il progresso, con loro, ha saltato un turno. Ma loro non si rassegnano. Molti di loro, almeno. Comunque tanti. "Ne abbiamo già istruiti ventimila", calcola a mente Luisa Toeschi.

 

L’Associazione interessi metropolitani di Milano, di cui è direttrice, inventò i primi corsi di computer per anziani nel ’98, "quando ancora era tutto in inglese". Un successo inatteso, clamoroso. Da allora il giorno delle iscrizioni (gratuite) c’è sempre la coda davanti a Palazzo Stelline. "Internet per gli anziani non è un passatempo, tantomeno un lusso", osserva Guido Martinotti, sociologo dell’Università della Bicocca, "è un elemento indispensabile di risocializzazione e inclusione sociale". "La nostra è un’opera di salvezza nazionale", dice Toeschi con motivata immodestia, "stiamo recuperando una generazione di potenziali esclusi"...........

 

Per leggere la versione integrale dellìarticolo vai su http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/computer-over-65/computer-over-65/computer-over-65.html